Orizzonti multilingue
Librerie, biblioteche e altri spazi dove le lingue si incontrano e si parlano
Questo numero di Paltò è breve e agile come il mese della sua uscita. In nove mesi di newsletter sono entrata in contatto con così tante risorse e iniziative, ognuna impregnata di multilinguismo a suo modo, che mi è venuta voglia di condividerle con chi mi legge. Se però avessi dato seguito a questo impulso senza darmi un criterio ne sarebbe venuta fuori una newsletter lunga quanto tre mesi di febbraio, per cui mi limito a quegli spazi – intesi in senso lato, quindi non solo spazi fisici ma anche digitali, non solo luoghi esistenti ma anche passati, che restano nella memoria di chi li ha vissuti – che hanno a che fare con la parola scritta. Spero che le mie segnalazioni diventino una riserva a cui attingere quando vi viene voglia di cambiare vista o allargare gli orizzonti. Buone esplorazioni!

Riviste
Chutzpah!
Sono venuta a sapere di questa rivista letteraria cinese grazie al romanzo di Yan Ge che ho letto alla fine del 2024: la rivista prevede(va) un inserto con traduzioni inglesi di racconti, poesie e brani di romanzi, per cui ho pensato, che bello, questo forse mi permetterà di orientarmi meglio nella letteratura cinese contemporanea. Quando sono approdata sul loro sito, ho dovuto prendere atto che la rivista è defunta dal 2014 e molti dei link non funzionano più. Mannaggia.
Al momento ho trovato tre racconti che si possono ancora leggere e un’intervista con Dave Eggers che ci sta un po’ come i cavoli a merenda.
Jalada Africa
Jalada Africa è un collettivo panafricano di scrittori e scrittrici. Sul loro sito pubblicano antologie tematiche, numeri speciali dedicati ai loro membri e interviste.
Il loro primo numero dedicato alla traduzione raccoglie cento (sì, cento) versioni tradotte del racconto “The Upright Revolution: Or Why Humans Walk Upright” di Ngũgĩ wa Thiong’o, originariamente scritto in lingua gikuyu e poi tradotto dal suo stesso autore in inglese. Questa versione ha fatto da ponte per molte delle altre traduzioni. Non riesco a immaginare che cosa voglia dire coordinare un numero così elevato di traduttori e traduttrici! Il racconto non mi ha entusiasmata, confesso, ma mi è piaciuto molto dare un’occhiata alle versioni in lingue che non conosco (e alcune si possono anche ascoltare).
Specimen
Questa rivista online è multilingue per costruzione, tant’è che ha un’interfaccia “intensamente tipografica“ pensata proprio per dare spazio a testi scritti e tradotti negli alfabeti più diversi. Ogni contributo alla rivista ha spesso almeno un paio di traduzioni, a volte anche in lingue meno ‘ovvie‘, e i temi trattati sono altrettanto vari. Specimen è figlia di Babel, un festival dedicato alla traduzione con base a Bellinzona.
Mi capita spesso di partire dall’elenco di argomenti per trovare qualcosa da leggere: ad esempio, scegliendo bilingualism sono arrivata a “Le lingue di mia zia”, un testo di Adrián N. Bravi tratto dal suo libro La gelosia delle lingue, in cui riflette sulle lingue dei ricordi. Babel ha anche dato vita al progetto l’altralingua, che offre laboratori di scrittura creativa e narrazione ai profughi ed esuli nelle varie aree linguistiche della Svizzera: i laboratori sono moderati da scrittori e scrittrici che hanno vissuto la migrazione in prima persona, e l’obiettivo è creare occasioni per condividere storie e sviluppare mezzi per esprimersi nell’altra lingua, appunto, ossia nella lingua del luogo di arrivo. Mi è sembrata una bella idea.
Words Without Borders
“Words Without Borders is the premier destination for a global literary conversation”, dice il loro sito. Quelli di WWB non se la tirano per niente, vero? In realtà non hanno tutti i torti a presentarsi così: offrono una varietà letteraria che fa quasi spavento, nel senso che una come me rischia di essere risucchiata nel loro sito per ore.
Ho qualche difficoltà a scegliere una sola lettura da segnalare, quindi opto per questa collezione di letteratura berbera (o amazigh). Non ne sapevo nulla e ho trovato l’introduzione alla collezione, scritta da Brahim El Guabli, davvero illuminante.
Asymptote
Per me WWB se la batte con Asymptote. Anche in questo caso lo scopo è rendere accessibili le letterature del mondo attraverso traduzioni curate e conversazioni tra scrittori, editori e traduttori. Il loro nome mi piace da matti: “We take our name from the dotted line on a graph that a mathematical function may tend toward, but never reach. Similarly, a translated text may never fully replicate the effect of the original; it is its own creative act.”
Se vi iscrivete alla loro newsletter (lo so, un’altra…), potete leggere le loro interviste: tra le mie preferite ci sono quelle a traduttori e traduttrici e ai loro progetti. Per esempio, questa intervista a Shelley Fairweather-Vega mi ha fatto scoprire Amanat, una raccolta di testi (finora inediti in inglese) scritti da autrici dell’Asia centrale. Spero di leggere Amanat quest’anno.


Librerie
Libreria del Viaggiatore – In memoriam
Nel centro storico di Roma c’era una volta la Libreria del Viaggiatore, il cui nome doveva essere preso letteralmente per capirne appieno lo scopo: non era una semplice libreria di viaggio, era una libreria per chi ritiene che i libri siano essi stessi opportunità e compagni di viaggio. Negli anni ci ho comprato guide di viaggio classiche ma anche piccole gemme come Journal d’Aran et d’autres lieux di Nicolas Bouvier. All’epoca (parlo degli anni intorno al 2006) mi aveva sorpreso che avessero volumi in lingue diverse dall’italiano: era una delle loro tante scelte lungimiranti. La loro chiusura alla fine del 2019 ha fatto un certo scalpore (ne ha scritto anche Il Libraio); era un negozio speciale, e ancora oggi ne sento la mancanza quando torno a Roma e sono in quella zona. Mi pare di capire che parte del suo spirito sia confluito nell’associazione Libreria in Viaggio, che tra le altre cose si occupa di eventi culturali e promozione del libro e del racconto di viaggio nelle sue tante forme.
mille et deux feuilles
Ho parlato di questa libreria zurighese lo scorso mese, quando ho pubblicato l’intervista con una delle sue fondatrici. La libreria si concentra sull’area mediterranea e propone libri in molte delle lingue di questa ampia regione. Se passate da Zurigo vi consiglio di farci un salto!
Potete recuperare la newsletter di gennaio qui:
A proposito di viaggi – Paltò potrebbe interessare ad altri. Mi date una mano a farlo andare in giro?
Biblioteche & Co
We Need Books
Il sito descrive We Need Books come “Greece’s first multilingual library and cultural center”, la prima biblioteca multilingue della Grecia: fondato nel 2019 ad Atene, questo centro culturale ha già raccolto oltre 14000 volumi in più di sessanta lingue. Hanno anche un settore di letteratura per l’infanzia, e volendo li si può andare a trovare per bere un caffè o un tè mentre si legge o si lavora. Mi sembra un gran bel posto. Se ci andate me lo fate sapere?
Interbiblio
Interbiblio è il Centro di competenza per il lavoro interculturale nelle biblioteche della Svizzera. Li ho scoperti perché, tra le loro tante proposte, sono responsabili di “Nati per leggere”, un’iniziativa volta a sostenere lo sviluppo linguistico dei bambini fin dalla prima infanzia. Nella pratica, si tratta di un cofanetto di due libri cartonati, disponibili in tedesco, francese e italiano, che viene distribuito gratuitamente in biblioteche, asili e, cosa che mi è parsa un’idea geniale, in alcuni studi ginecologici. Interbiblio ha curato la traduzione dei due libri in altre lingue (più di trenta, al momento) parlate in Svizzera. Sono sicura che centri simili esistono anche in altri paesi: se vi va di segnalarmeli mi fa piacere!

Iniziative
Fondation Jan Michalski
Immagino questo luogo come una sorta di oasi (montana) di scrittura e lettura. Costruita nel 2004, la Fondation Jan Michalski ospita una biblioteca multilingue aperta a tutti, organizza eventi e mostre, e offre residenze di scrittura e sostegno a scrittori e scrittrici. A giudicare dalle foto, penso che sia anche un paradiso per appassionati di architettura. Prima o poi spero di riuscire a visitare la Fondation; credo che la parte difficile sarà farmi andare via.
MEET
MEET sta per Maison des Écrivains Étrangers et des Traducteurs, si trova a Saint-Nazaire in Francia e dalla seconda metà degli anni ottanta organizza residenze per scrittori e traduttori oltre a incontri letterari pensati intorno a un tema che accomuna coppie di paesi (o città) geograficamente distanti. L’idea dei paesi accoppiati mi piace molto, tant’è che speravo di poter leggere almeno qualche frammento delle loro riviste bilingue meet: purtroppo si possono acquistare ma non consultare, se ho capito bene, e ho l’impressione che non siano più pubblicate. Il sito però raccoglie molti video degli incontri annuali: l’edizione del 2024 promette bene, visto che aveva come tema le storie di mare e si concentrava sulla coppia Svezia-Tunisia.
Wonderful post Gaia. I can see my self going down the rabbit hole via many of the links you provided. And I didn't know the expression come i cavoli a merenda. I will now need to find an opportunity to use it. I may lend it to an American friend who is going to her little Lugurian village for a month, she can try it out on my behalf.
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