Ciao Gaia, in Sardegna, per riferirsi a un luogo lontano e inaccessibile, si usa l'espressione "A casinu 'e Pompu". Pompu è effettivamente una cittadina dell'entroterra sardo e, come altri paesi dell'isola, in passato era difficilmente raggiungibile per via della configurazione geografica e della quasi assenza di rete stradale. Non so quanta gente conosca Pompu per la verità (io per prima), ma per qualche motivo è entrato a far parte di questa espressione idiomatica piuttosto buffa.
Mi è piaciuta molto questa puntata e mi sono divertita a entrare con te nei meandri di alcuni proverbi, quante scoperte! E sono molto onorata di essere menzionata proprio qui e contenta che alcuni spunti di Mamma Babel, oltre ad essere apprezzati, portino un sorriso :-D
Federica, grazie per il prezioso commento! In effetti non avevo mai sentito parlare di Pompu :) Forse dovrei considerare seriamente un altro numero della newsletter sui proverbi, questa volta in dialetto, perché sono sempre più convinta che ci sia parecchio da dire!
Assolutamente sì! E poi ho l'impressione che i proverbi ci facciano sentire a casa, anche quando non ne condividiamo il senso. È proprio vero che "ci avvicinano".
Mi ha fatto sorridere il proverbio che tira in ballo la Sardegna, non l'avevo mai sentito! Come dice Federica, in Sardegna rimaniamo dentro i confini isolani e parliamo della mitica Pompu. Però esiste anche il proverbio "Faeddare pagu, sabidorìa meda", che si tiene più prudente: parlare poco è segno di saggezza.
Eh già, perché poi c'è questa meravigliosa caratteristica delle espressioni idiomatiche: per un proverbio che dice una cosa, ce n'è spesso un altro che dice l'opposto! Grazie per il commento, Alice :)
che bella sorpresa (e che bella compagnia), Gaia! non vedo l'ora di leggere il tuo numero su De Céspedes - tra l'altro, mi hai ricordato che "Dalla parte di lei" mi aspetta sullo scaffale: dopo la folgorazione di "Quaderno proibito" provo per lei un misto di ammirazione e timore :)
Ti capisco, sto leggendo "Quaderno proibito" in questi giorni e devo stare attenta a non mettere orecchie a quasi tutte le pagine – è veramente folgorante nella sua lucidità :)
Questa puntata sui proverbi multilingue mi ha entusiasmato un sacco, Gaia! E che bello ritrovare Linguetta come consiglio insieme ad altre tre newsletter che mi piacciono tanto!
Nel leggere la versione tunisina di "Aspetta e spera" mi hai fatto pensare anche all'espressione "Andare a Canicattì" come simbolo di un luogo estremamente lontano: però chissà cosa dicono le persone che a Canicattì ci abitano.
Ciao Gaia, in Sardegna, per riferirsi a un luogo lontano e inaccessibile, si usa l'espressione "A casinu 'e Pompu". Pompu è effettivamente una cittadina dell'entroterra sardo e, come altri paesi dell'isola, in passato era difficilmente raggiungibile per via della configurazione geografica e della quasi assenza di rete stradale. Non so quanta gente conosca Pompu per la verità (io per prima), ma per qualche motivo è entrato a far parte di questa espressione idiomatica piuttosto buffa.
Mi è piaciuta molto questa puntata e mi sono divertita a entrare con te nei meandri di alcuni proverbi, quante scoperte! E sono molto onorata di essere menzionata proprio qui e contenta che alcuni spunti di Mamma Babel, oltre ad essere apprezzati, portino un sorriso :-D
A si biri (arrivederci)
Federica, grazie per il prezioso commento! In effetti non avevo mai sentito parlare di Pompu :) Forse dovrei considerare seriamente un altro numero della newsletter sui proverbi, questa volta in dialetto, perché sono sempre più convinta che ci sia parecchio da dire!
Assolutamente sì! E poi ho l'impressione che i proverbi ci facciano sentire a casa, anche quando non ne condividiamo il senso. È proprio vero che "ci avvicinano".
Mi ha fatto sorridere il proverbio che tira in ballo la Sardegna, non l'avevo mai sentito! Come dice Federica, in Sardegna rimaniamo dentro i confini isolani e parliamo della mitica Pompu. Però esiste anche il proverbio "Faeddare pagu, sabidorìa meda", che si tiene più prudente: parlare poco è segno di saggezza.
Eh già, perché poi c'è questa meravigliosa caratteristica delle espressioni idiomatiche: per un proverbio che dice una cosa, ce n'è spesso un altro che dice l'opposto! Grazie per il commento, Alice :)
che bella sorpresa (e che bella compagnia), Gaia! non vedo l'ora di leggere il tuo numero su De Céspedes - tra l'altro, mi hai ricordato che "Dalla parte di lei" mi aspetta sullo scaffale: dopo la folgorazione di "Quaderno proibito" provo per lei un misto di ammirazione e timore :)
Ti capisco, sto leggendo "Quaderno proibito" in questi giorni e devo stare attenta a non mettere orecchie a quasi tutte le pagine – è veramente folgorante nella sua lucidità :)
Questa puntata sui proverbi multilingue mi ha entusiasmato un sacco, Gaia! E che bello ritrovare Linguetta come consiglio insieme ad altre tre newsletter che mi piacciono tanto!
Nel leggere la versione tunisina di "Aspetta e spera" mi hai fatto pensare anche all'espressione "Andare a Canicattì" come simbolo di un luogo estremamente lontano: però chissà cosa dicono le persone che a Canicattì ci abitano.
Eh già, è vero, c'è pure Canicattì! Grazie mille Andrea, sono felice che questo numero ti sia piaciuto :)