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Letizia Sechi's avatar

Che bel numero Gaia! Io mi sono chiesta perché non ci facessero mai leggere niente in inglese, se non le letturine sezionate nel libro di testo. Secondo me, già leggendo un libro "vero", entri molto più nel merito delle sfumature, anche se in riferimento al testo scritto. Chissà come sono cambiati i metodi oggi, da questo punto di vista :)

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Gaia Donati's avatar

Grazie Letizia! Proprio vero, si può imparare un sacco leggendo 'sul serio': credo che siano anche letture che creano una maggiore motivazione rispetto ai passaggi scelti nei libri di testo.

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Liza Debevec's avatar

What an insightful piece again, Gaia. So much food for thought. And since I am battling a cold today, I decided to see if I can listen to the post with the Substack audio and it was both helpful and weird. The bot sounded like correct pronunciation of Italian, but with a total lack of Italian spirit.

And I agree, studying as many European languages in school as possible is the only way to go.

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Gaia Donati's avatar

Thanks Liza - I hope your cold goes away quickly! I haven’t yet tried the audio here, but I can totally see how it may turn out to be helpful and odd at the same time :)

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Anna Aresi's avatar

Io avevo fatto un'esame dalla Cambridge alle superiori (il First Certificate forse?) e ricordo che nelle prove di ascolto potevano capitare accenti di tutti i tipi, cosa che aveva mandato tutti nel panico. Ma era stata una scoperta a latere, a scuola leggevamo solo Shakespeare, i romantici e altri autori bianchi britannici. Comunque sicuramente c'entra il colonialismo. Questo articolo di Gitanjali Patel mi aveva fatto riflettere tantissimo ed è un articolo a cui torno spesso: https://www.asymptotejournal.com/special-feature/all-the-violence-it-may-carry-on-its-back-a-conversation-about-diversity-and-literary-translation-gitanjali-patal-and-nariman-youssef/ Ribalta la prospettiva perché parte da chi traduce, ma la domanda sostanzialmente è la stessa: quale inglese? l'inglese di chi?

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Gaia Donati's avatar

Panico giustificato, aggiungerei! Grazie per il link, Anna :)

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Antonia F.'s avatar

È incredibile come proprio ieri riflettevo sulle stesse questioni di cui parli in quest'articolo. È come se tu mi abbia tolto le parole di bocca.

Dovremmo proprio partire dalla "lingua di casa" quando insegnamo una qualsiasi lingua straniera. I ragazzi amerebbero molto di più immergersi nella lingua vera, la lezione dovrebbe come una cena o un pranzo insieme a degli sconosciuti. E sarebbe bellissima questa condivisione!

Grazie 😊

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Gaia Donati's avatar

Grazie a te Antonia, sono davvero felice di essermi sintonizzata sulle tue riflessioni! Mi piace un sacco l'idea di una lezione di lingua come un pranzo o una cena intorno a una di quelle lunghe tavolate che si trovano in alcuni ristoranti :)

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Alice Orrù's avatar

Bellissima la metafora della lingua che "fermenta" e diventa qualcosa di nuovo e ancor più sfaccettato. E sì, l'idea che possano esistere così tanti inglesi - partendo da quello che si parla in casa - fa un po' girare la testa ma che pluralità meravigliosa e confortante 🤩

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Gaia Donati's avatar

Decisamente confortante :)

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